I nostri lettori già lo sapevano, come avevamo anticipato BMC ha presentato la sua nuova top gamma da strada.

Possiamo dire che avevamo già ampiamente anticipato le sue caratteristiche tecniche, che ovviamente vengono ora esaltate dai comunicati ufficiali BMC, ma vediamo nella realtà come è fatta la nuova bici BMC.

L’evoluzione della nuova BMC SLR01 ha seguito quella già tracciata da altri costruttori come Cannondale o Trek, con un incremento della qualità del carbonio utilizzato, una differente stratificazione e soprattutto differenti pressioni e temperature di cottura in autoclave del carbonio stesso.

Con le nuove tecnologie, infatti, si riescono ad aver pareti del telaio più sottili con una minore percentuale di resina ed una sua più omogenea distribuzione sulle pareti del telaio; grosso sviluppo, poi, c’è stato nella qualità e regolarità superficiale della parte interna del telaio, che permette un ragguardevole risparmio di peso.

Negli ultimi telai, infatti, la parte interna è liscia e rifinita quasi come la parte esterna, a differenza del passato, dove la parte interna del telaio era spesso rugosa e con accumuli di resina negli angoli e nelle congiunzioni dei tubi. Questo ha permesso di ridurre il peso del telaio, che nella versione disc è di pochi grammi superiore alla vecchia versione con freni tradizionali.

In entrambi i casi, i pesi sono vicini agli 800 grammi, quindi BMC non è scesa al livello di Cannondale o Trek, preferendo avere un telaio più pesante ma più rigido. Il disegno generale del telaio rimane invariato, ma viene applicato il concetto asimmetrico, nella zona del movimento centrale e dei foderi della forcella, per avere maggiore rigidità senza aumentare il peso del telaio.

Altri dettagli sono migliorati, come la compatibilità del telaio con il montaggio di tutti i gruppi meccanici ed elettronici presenti sul mercato e la nuova versione con freni a disco. Trascurabile l’eventuale integrazione tra attacco e porta ciclocomputer.

 

Invece da criticare che il montaggio dei freni tradizionali non sia di tipo Direct Mount, che avrebbe migliorato potenza e modulabilità della frenata. Ancora non capiamo come non si sia voluto osare maggiormente con una riduzione di peso del telaio, ed occorre notare come la forma particolare del reggisella impedisce qualsiasi forma di personalizzazione.

Anche il movimento centrale PF86, pur valido, ha le sue limitazioni. Questo, a fronte di un prezzo del kit telaio di circa 4000 Euro e della bici assemblata Dura Ace di circa 8500 Euro, che salgono a ben 11.500 Euro nella versione Dura Ace Di2 Disc. Prezzi troppo elevati per le qualità oggettive della bici, senza contare che i tremila Euro in più della versione Disc sono di fatto neutralizzati, visto che non aggiungono nulla alle prestazioni, ma solo all’ego personale ….

La concorrenza, almeno alcuni marchi, fanno anche peggio … ma questo non giustifica nulla, perché c’è chi fa anche meglio … e di molto.

Bella bici, ottima, ma fuori mercato, almeno per il momento, sono certo che poi i negozianti dovranno per forza di cosa allineare i prezzi a forza di sostanziali sconti, almeno in Italia dove la diffusione di BMC è tutto fuorché massiccia …