Dopo il test durante la presentazione, torniamo in sella alla Wilier Zero.7 2015,

 

questa volta con assemblaggio Ultegra Di2, guarnitura FSA K-Force Light 386, ruote Mavic Ksyrium SLR, copertoncini Mavic, componenti Ritchey Pro e sella provvista di foro di decompressione. Così assemblata, la bici ha un peso di 6.5Kg.

Road test

A distanza di alcuni mesi, possiamo giudicare con maggiore calma la nuova Wilier Zero.7. In realtà, sono emerse più conferme che aspetti negativi. La qualità percepita è molto elevata, l’assemblaggio proposto è buono, anche se rimaniamo dell’idea che il miglior gruppo per questa bici sia lo Sram Red 22, o comunque un gruppo meccanico, più leggero dell’Ultegra Di2. Ottime comunque le ruote Mavic Ksyrium SLR, perfetta la frenata ed ottima la funzionalità del gruppo Shimano Ultegra Di2. Molto valida anche l’ergonomia del manubrio Ritchey. Non è un assemblaggio standard, ma tranquillamente replicabile per coloro che desiderano il gruppo elettronico senza spese eccessive, pur rimanendo con un peso competitivo.

La geometria non è esasperata, quindi non ci si ritrova con un busto particolarmente inclinato in avanti. Anche il comfort di marcia è buono, persino superiore al precedente modello e senza dubbio ottimo tra le bici con un peso del telaio sotto gli 800 grammi; per questo, pur non tradendo la sua vocazione racing, è senza dubbio una bici adatta anche a lunghe percorrenze su strade in non perfette condizioni. Se pure il peso non è sceso rispetto al precedente Zero.7, c’è da segnalare un deciso aumento della rigidità generale del telaio, soprattutto nella zona del movimento centrale e della serie di sterzo, tanto da poter dire che tra i telai “superlight” questo sia indubbiamente il più rigido. L’evoluzione non si è fermata alla rigidità, perché ora la bici è più maneggevole, veloce ad inserirsi in curva, ma anche più precisa e stabile in curva, facile da controllare alle alte velocità, con un telaio molto più “sincero”, preciso e sicuro. Le modifiche apportate alla geometria, alla serie di sterzo, al movimento centrale ed alla conformazione dei tubi, hanno portato ad evidenti ed indubbi vantaggi. Una bici leggera e velocissima in salita, ma che ora risulta competitiva anche e più di prima in pianura e nei percorsi collinari, diventando non solo una bici perfetta per le salite più difficili, ma anche un'ottima bici a 360 gradi, in grado di essere competitiva contro le migliori concorrenti, anche in pianura. Il precedente modello era forse più facile da guidare, più stabile; questo telaio invece, pur rimanendo altrettanto stabile e sicuro, richiede un po’ di impegno in più nella guida, visto che il manubrio va sempre ben mantenuto saldo tra le mani. La stabilità e la sicurezza di guida non viene mai meno, ma necessita di più attenzione; in compenso, ripaga con maggiori prestazioni generali.

In realtà, in un confronto diretto, il nuovo modello è migliore in tutto (cosa tutt’altro che scontata), ma ciò che più conta, si rivela competitivo nei confronti di tutti i possibili concorrenti. Il suo vantaggio è il rapporto peso/rigidità: è leggero (ma non leggerissimo), ma anche molto rigido; quest’ultima caratteristica gli permette un’ottima trasmissione della potenza, che consente prestazioni al top non solo in salita, ma anche in pianura.

Queste caratteristiche permettono alla bici di essere molto polivalente, competitiva in salita, ma anche in pianura; non disdegna le lunghe uscite amatoriali, dove emerge il suo valido comfort di marcia. Un’ottima evoluzione, quindi, ed un ottimo telaio in termini assoluti. Ha tutte le caratteristiche per essere un prodotto vincente sui concorrenti, con un prezzo proporzionato alle sue qualità e competitivo contro i migliori competitors.

Il nostro voto alla bici in test: 9.5