Le Fat Bike vengono considerate da molti una novità;

 

forse commercialmente lo sono, ma è indubbio che la loro apparizione si deve far risalire ad oltre 20 anni fa, quando in alcune esclusive stazioni sciistiche, durante il periodo estivo, si proponeva di scendere dalle vette con delle bici artigianali dotate di grandi pneumatici gonfiati a bassissima pressione. Quei prototipi erano i “papà” delle attuali Fat Bike. Bici divertenti, senza alcun dubbio, ma con tante e tali limitazioni da renderne l’uso assolutamente sconsigliato al di fuori del puro divertimento. Fino ad oggi, nonostante il tanto parlare, però, hanno stentato nel mercato e, francamente, non mi stupisco più di tanto: saranno anche bici “Fun”, ma alla fine costano quasi quanto un’utilitaria … , troppo per le tasche di molti. Ora ci si riprova con una versione riveduta e corretta, le ruote da 27.5+ con larghezza da 3 pollici; sempre Fat, ma un po’ messe a dieta. Purtroppo non mi sembra che i problemi delle Fat Bike siano stati superati del tutto; viaggiare con 900 grammi di copertoni (peso dichiarato dei nuovi 27.5+) non è certamente una passeggiata e nel complesso le bici non sono affatto leggere, buone per la discesa e la pianura, ma non certamente per un vero utilizzo Mtb. Il secondo problema irrisolto è il prezzo, troppo elevato per una bici che è la seconda (meglio terza) che ci si può mettere in garage; staremo a vedere, sicuramente faranno breccia in chi si deve distinguere a tutti i costi, a chi serve l’ultima novità; per gli altri la buona vecchia Mtb andrà ancora benissimo.