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A Milano dietro Viale Monza, in un posto pieno di palazzi residenziali, negozi ed uffici, proprio dove non ti aspetti che ci sia un’Azienda produttrice di bici, c’è la sede di Guerciotti, fondata nel 1983 da Paolo Guerciotti.

 


Oggi molti aspetti dell’impresa sono curati dal figlio Alessandro, giovane, informale, ma concreto e lucido nelle sue analisi, sempre con i “piedi per terra”, totalmente all’opposto di altri suoi colleghi. L’”Alessandro pensiero” è completamente opposto a quello che si riscontra in altre realtà industriali del settore, ecco alcuni esempi: le vendite? “Vanno bene per il sel-in (la vendita ai rivenditori n.d.r) ora però dovrò vedere il sell-out (la vendita al cliente finale n.d.r) per capire se tutto procede per il verso giusto ….” ; oppure: il fatturato? “E’ in aumento, certo che poi bisognerà vedere l’utile di fine anno … dire che il fatturato è in aumento conta poco ….” all’opposto di chi proclama aumenti di vendite o di fatturati a due cifre, rimanendo solo ad un’analisi superficiale dei dati. E’ sempre con la sua concretezza che Alessandro ci parla dei Teams che sponsorizza, come il plurivittorioso Selle Italia – Guerciotti – Elite, che ha vinto 10 Campionati del Mondo di ciclocross grazie ad atleti dello spessore di Vito Di Tano, Daniele Pontoni, Mike Kluge, Roland Liboton, Andrej Glajza, Rodomir Simunek, Karel Camrda, Henrik Djerni (quella di patron Paolo Guerciotti è la squadra di matrice italiana che ha ottenuto più vittorie ai Campionati del Mondo di ciclocross) ed il Miche-Guerciotti; un impegno economico importante, necessario per la promozione del marchio, ma anche con un controllo sempre costante sull’analisi dei costi degli ingaggi: “Alcuni atleti continuano a chiedere ingaggi troppo elevati, per le loro prestazioni agonistiche e per l’attuale situazione economica” afferma, con la sua naturale sincerità ed analisi e continua: “Hanno chiuso molti Teams ed ancor oggi molti atleti sono senza contratto”. Anche sulla realizzazione delle sue bici, non si nasconde e parla con sincerità. Tiene molto a fare quanto più possibile il lavoro in Italia, un aspetto molto importante per la sua Azienda che esporta molto all’estero, ma ammette: “La progettazione viene fatta all’esterno su nostri input, con la nostra dimensione aziendale è impensabile avere uno studio interno” e poi continua “abbiamo selezionato dei fornitori che ci realizzano i telai su nostre specifiche, in Italia ed a Taiwan; in base al prodotto da realizzare ed alla migliore tecnologia disponibile scegliamo a chi affidare il lavoro”. La verniciatura è comunque realizzata in Italia, così come l’assemblaggio, che viene fatto direttamente da Guerciotti in modo manuale bici per bici, così da assicurare il massimo della qualità e delle rifiniture. Nel grande magazzino vengono riposti tutti i componenti che poi servono per l’assemblaggio delle bici. Alcuni fornitori sono storici e selezionati da Guerciotti per la qualità dei propri prodotti, come Selle Italia, Deda Elementi, Miche, Ambrosio oltre a Shimano, Campagnolo ed FSA. Alessandro tiene molto al “Made in Italy”, cerca di realizzare una bici il più italiana possibile, sempre con la sua lucidità e concretezza: “Non possiamo creare dei prodotti fuori mercato, ma il Made in Italy è molto apprezzato all’estero, molto di più che qui in Italia, io stesso ho visitato molti nostri dealers stranieri e l’immagine delle nostre bici Made in Italy è molto forte e ricercata, cerchiamo quindi di offrire un prodotto di qualità”. Nel grande show room, le bici della collezione 2012 ci permettono un’analisi della produzione Guerciotti: Eclipse ed Eclipse Plus sono state ben recepite dal pubblico, insieme al resto della gamma Road. Le bici da Ciclocross continuano il loro successo indiscusso, come punto di riferimento tra gli appassionati. Altro elemento di successo sono i telai in acciaio, molto apprezzati all’estero. Più difficile l’affermazione della Mtb: “Una bici molto valida e di alta qualità, ma gli appassionati pensano subito alle bici americane e difficilmente la prendono in considerazione, un vero peccato”. Ancora le bici da trekking: “Facciamo un prodotto di nicchia, di alta qualità, pochi numeri perché solitamente ci si rivolge a bici più economiche, ma è un modello valido e competitivo” ed infine la fissa: “In Italia si vende poco, ma all’estero i risultati sono più che positivi”. Non manca uno sguardo al futuro, i progetti per il 2013 sono tutti in fase di analisi e studio, in alcuni casi si stanno approntando i prototipi da far testare agli atleti per avere dei riscontri. La visita si chiude in modo più che positivo, un’Azienda che rispecchia in pieno i titolari, soprattutto Alessandro, niente fasti e proclami, niente immagini patinate, ma tanta concretezza, serietà e qualità. Grande attenzione al Made in Italy, là dove è possibile e fin dove possibile, con la consapevolezza che alla fine il prezzo deve essere allineato ai concorrenti. Nella sua semplicità un’Azienda migliore di altre, proprio per la genuina e schietta verità sul proprio prodotto.