I freni integrati nel telaio sono una delle ultime novità del settore.

Nati per le bici da crono, sono poi stati estesi, in varie conformazioni, alle normali bici da strada. Il sistema di integrazione dei freni del telaio varia da modello a modello, in alcuni casi si assiste ad una vera e propria scomparsa del freno all’interno del telaio, in altri ad un differente posizionamento. In ogni caso il vantaggio del freno integrato è di avere una migliore aerodinamica della bici, aspetto non proprio irrilevante quando si superano i 50 Km/h (e del tutto insignificante sotto tali velocità). Per un professionista, soprattutto in determinate gare con percorsi velocissimi, il vantaggio non è trascurabile. Al contrario un semplice appassionato, nella realtà, ben difficilmente riuscirà a sfruttarne i vantaggi.

Per contro i freni integrati obbligano ad una più complessa manutenzione, con inevitabili riscontri sull’onerosità della manutenzione della bici. Il vero problema dei freni integrati è una più difficile manutenzione e messa a punto. In foto vediamo una fase di un banale inconveniente accorso ad un atleta (bici da crono, ma il freno anteriore è identico al modello stradale aero), un pattino freno arrivava a contatto con il cerchio prima dell’altro, peggiorando la frenata, nella sua potenza e modulabilità. Il banale inconveniente, in un normale freno stradale, è facilmente risolvibile tramite il controllo dell’allineamento del corpo freno, dei pattini freno, della tensione della molla dei pivot ed in ultimo della giusta corsa del cavo del freno. Tutte operazioni facilmente effettuabili, visto che tutto è a portata di mano su di un corpo freno tradizionale, ma ben più difficili su di un freno integrato. Occorre smontare la ruota, togliere la cover (spesso presente) al corpo freno ed alle viti di regolazioni della tensione delle molle dei pivot. Ancor più difficile è la regolazione del cavo del freno, visto che non c’è vite per la regolazione micrometrica della sua corsa. Difficile procedere ad un veloce allineamento dei pattini freno ed anche l’allineamento dei pivot risulta più laborioso di un corpo freno tradizionale. Ancor peggio è la manutenzione del corpo freno posto sotto il movimento centrale, esposto alla sporcizia che in breve, nelle giornate di pioggia, si accumula sul copro freno modificandone il comportamento. Mentre su di un corpo freno tradizionale lavora un meccanico, su quelli integrati non è difficile trovarne due al lavoro, vista la complessità delle operazioni, non impossibili, ma certamente più difficoltose da effettuare, nonostante siano meccanici professionisti specificatamente formati ad intervenire su tali impianti frenanti. Per un semplice appassionato, che oltretutto ben difficilmente otterrà vantaggi prestazionali da tale soluzione tecnica, conviene realmente una scelta che comporta un deciso aumento della complessità e difficoltà della manutenzione ordinaria e straordinaria?