Come affrontare in sicurezza e velocità una discesa



La posizione in sella


In sella si deve assumere una posizione naturale, con il gluteo ben centrato in sella e le mani che impugnano la presa in basso.

L'indice delle mani è appoggiato sulla leva del freno e pronto ad intervenire (solitamente basta l'indice, ma chi lo trovasse insufficente può usare indice e medio), lo squardo è fisso in avanti, mai in basso vicino alla ruota, ma lontano. Lo sguardo in avanti serve per anticipare e calcolare dove mettere le ruote, la giusta traiettoria, le insidie dell'asfalto (buche, sporco ecc.). Mentre in rettilineo, come abbiamo detto, si devono far girare le gambe, in curva il pedale interno alla stessa è sempre in alto, onde evitare contatti con l'asfalto. Nelle lunghe discese, quelle più ripide, si può assumere una posizione più aerodinamica possibile, con il gluteo che scivola indietro sulla sella, le coscie parallele al terreno, schiacciate sul busto, e con ginocchia e coscie più strette possibile. I più bravi, e con busto ben flessibile, riusciranno a portare il gluteo fuori dalla sella, che a sua volta farà da appoggio alle coscie ben unite tra loro. Le braccia sono attaccate ai fianchi, mentre la testa rimane con lo sguardo proteso in avanti, ma il busto deve rimanere il più possibile parallelo al terreno. L'estremizzazione di questa posizione era quella assunta spesso da Marco Pantani, che scivolava con il gluteo oltre la sella e con il ventre che si appoggiava sulla stessa. Questo, però, porta ad un minor controllo del mezzo, perciò è meglio evitarla, soprattutto su strade aperte al traffico. Sempre nelle lunghe discese, un'altra tecnica è quella di avere le mani sulla presa alta, affiancate vicino all'attacco e con il busto che si protende in avanti, appoggiandosi selle braccia e con il petto sopra le mani, le gambe sono sempre orizzontali al terreno. Sconsiglio questa posizione, perché non è più efficiente della prima descritta ed ha il grande inconveniente di non avere le mani pronte sui freni, il controllo del mezzo in questo caso è affidato più che mai alla "Dea Bendata".


La frenata


La frenata è una delle parti più delicate. Se si è in posizione aerodinamica ci si rialzare con il busto tornando ben allineati in sella e si azionano entrambi i freni. Più all'anterioire, che ha maggior contatto con il suolo. Per migliorare l'appoggio e la possibilità di agire con più forza sul freno posteriore si può spostare indietro il peso del corpo, portando il gluteo all'estremità posteriore della sella. Si frena con la bici ben dritta, così si ha un maggiore appoggio dei copertoncini sull'asfalto. Con maggior vigore se questo è pulito ed in ordine, mentre se è sconnesso, c'è del brecciolino o si intravedono delle chiazze di gasolio (le varie strisce scure lasciate spesso dai camion) è meglio anticipare la frenata. I freni vanno rilasciati nel momento in cui si agisce sul manubrio per iniziare la piega. Iniziare la piega con i freni ancora in azione porta ad un rallentamento della velocità di discesa in curva e predispone ad un facile bloccaccio delle ruote (visto che in piega il copertoncino è sottoposto a carichi maggiori e quindi potrebbe non reggere la doppia pressione della curva e della frenata). Meglio quindi iniziare la svolta avendo rilasciato i freni, o al limite usando solo il freno posteriore (con parsimonia ed attenzione). Lo stesso freno posterioire può essere usato in curva, sempre con attenzione, qualora ci si accorgesse di avere una velocità troppo elevata e per aiutare la bici a "chiudere" la curva, cioè avvicinarsi maggiormente al centro-interno della curva. In questo caso, si deve fare attenzione a correggere la traiettoria, che subisce delle inevitabili modifiche sotto l'azione del freno posteriore. Qualora si fosse sbagliata completamente l'impostazione e la velocità della curva, come extrema ratio, conviene, per quel che si può, raddrizzare la bici ed agire con forza anche sul freno anteriore. Agire sul freno anteriore in curva, con la bici piegata, è sconsigliabile, perché è veramente facile perdere l'aderenza e cadere, al più si può appena sfiorare il freno, ma la sua azione sarà quasi nulla. Come tecnica di frenata, senza alcun dubbio, meglio avere frenate brevi ma decise, invece che lunghe frenate, ma con bassa pressione (tipico il comportamento di molti cicloturisti) questo perché così il materiale di attrito si surriscalda meno e rimane più efficace. Inoltre è meglio entrare in curva lentamente ed uscire poi con una buona velocità ed una traiettoria perfetta, piuttosto che entrare veloci, richiamare i freni e correggere la traiettoria, si perde più tempo e si esce dalla curva con una velocità inferiore.