Crisi Campagnolo: licenziamenti e pedite milionarie - tutta la verità
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- Scritto da Luca
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Crisi Campagnolo: licenziamenti e pedite milionarie - tutta la verità
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Crisi Campagnolo: licenziamenti e pedite milionarie - tutta la verità
La Campagnolo, storica azienda vicentina specializzata nella produzione di componentistica ciclistica di alta gamma, sta affrontando una crisi strutturale che ha portato all'annuncio di un piano di 120 esuberi su un totale di 300 dipendenti, una riduzione pari al 40% della forza lavoro.
L'azienda ha ufficialmente comunicato che la decisione è indispensabile, affermando che "non c'è un'alternativa" se non con "conseguenze drammatiche per l'azienda e per la città di Vicenza". Il piano, approvato dal Consiglio di Amministrazione, è l'unica via per un "ripensamento molto importante dei costi, a tutti i livelli", e per garantire la continuazione dell'attività produttiva nel sito veneto, seppur ridotta.
Contesto Economico e Perdite
La Campagnolo ha giustificato la misura con gravi difficoltà finanziarie. I dati di bilancio fino al 31 maggio 2025 rivelano che la perdita accumulata negli esercizi 2023, 2024 e 2025 supera i 24 milioni di euro. La società attribuisce le perdite a una "congiuntura di settore davvero gravosa" che investe il mercato globale del ciclismo.
Nonostante l'azionista abbia sottoscritto un finanziamento di 10 milioni di euro tra novembre 2024 e dicembre 2025, la dirigenza ha dichiarato che la liquidità attuale non può assicurare una continuità d'impresa alle condizioni di costo del lavoro attuali. La riduzione del 40% del costo del lavoro è presentata come un elemento centrale, assieme a un piano di sviluppo prodotto, per invertire la tendenza.
Il periodo di boom post-Covid del mercato delle biciclette aveva illuso l'azienda, spingendola ad assumere circa cinquanta nuove persone, assunzioni ora ritenute eccessive data la successiva forte contrazione del mercato.
Reazioni e Preoccupazioni Sindacali
Le organizzazioni sindacali Fim Cisl e Fiom Cgil hanno espresso profonda preoccupazione per l'entità degli esuberi e per il futuro del sito produttivo.
Preoccupazione principale: La riduzione del personale del 40% colpisce in modo significativo la struttura aziendale, composta da un numero maggiore di amministrativi rispetto agli operai.
Timori: I sindacati temono che il piano di razionalizzazione possa includere anche lo spostamento di parte della produzione in altre aree, compromettendo ulteriormente il ruolo dello stabilimento di Vicenza.
Piano Industriale: Viene lamentata l'assenza di un piano industriale chiaro e completo che delinei la strategia di rilancio dell'azienda oltre il taglio dei costi. I sindacati sottolineano come la crisi non sia dovuta solo alla congiuntura, ma anche a scelte imprenditoriali passate, come l'abbandono di gruppi entry-level e l'assenza in segmenti in crescita come MTB ed e-bike.
Le assemblee con i lavoratori sono previste nei prossimi giorni per definire le azioni di contrasto al piano di licenziamento.