
Campagnolo: una crisi che viene da lontano e che (forse) non sarà superata
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Campagnolo: una crisi che viene da lontano e che (forse) non sarà superata
Campagnolo S.r.l., lo storico marchio vicentino simbolo dell'eccellenza italiana nel ciclismo, sta attraversando uno dei periodi più difficili della sua storia ultranovantennale. L'annuncio di un significativo piano di esuberi, in un contesto di profonda crisi globale del mercato ciclo, riaccende i riflettori su problematiche strutturali e strategiche che affliggono l'azienda da decenni. La crisi attuale non è un evento isolato, ma l’ultima e forse più pericolosa curva di un percorso travagliato che viene da lontano.
Il Filo Rosso delle Crisi: Dagli Anni '80 al Posizionamento Elite
Per comprendere la gravità della situazione odierna, è necessario riavvolgere il nastro fino agli anni '80, quando la potenza del marchio Campagnolo, allora dominante, iniziò a vacillare sotto i colpi di una concorrenza internazionale più agile e innovativa.
La Rivoluzione Giapponese e il Ritiro dal Volume
Tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta, Shimano irrompe sul mercato, non solo con una produzione più aggressiva e costi inferiori, ma soprattutto con una chiara visione del futuro tecnologico. Campagnolo commise due errori fatali: la lentezza nell'innovazione e l'incapacità di intercettare l'esplosione della Mountain Bike (MTB), perdendo intere quote di mercato sul nascente segmento off-road.
A questi si aggiunse, negli anni '90, una scelta strategica di posizionamento che si rivelerà strutturalmente limitante: l'azienda decise di concentrarsi quasi esclusivamente sui gruppi top di gamma, come il Record e il Super Record, sacrificando i gruppi stradali di volume e di fascia media/entry-level, come il Veloce e il Centaur.
Questa mossa cementò l'immagine di Campagnolo come marchio premium ed elitario, amato dagli intenditori, ma la tagliò fuori dai segmenti che generano i maggiori volumi di vendita globali. Di fatto, l'azienda si ritirò dalla competizione per la maggior parte del mercato per dedicarsi unicamente all'alta moda del ciclismo.
L'Errore del Nuovo Millennio: Le E-Bike
Se la rinuncia al mercato di massa negli anni '90 fu un problema di posizionamento, l'errore del nuovo millennio è stato un clamoroso ritardo nel cogliere l'ultima, grande rivoluzione del settore: le E-Bike.
A partire dagli anni 2000, e con un'esplosione nell'ultimo decennio, il segmento delle biciclette a pedalata assistita è diventato cruciale, rappresentando una quota sempre crescente del fatturato totale dell'industria. Campagnolo, concentrata sulla meccanica e sull'elettronica da corsa, non ha colto questo sviluppo. Ad oggi, l'azienda non dispone di un gruppo dedicato e integrato per il settore E-Bike, lasciando un altro mercato miliardario interamente in mano ai competitor asiatici ed europei.
La Congiuntura Attuale e i Segnali d'Allarme
La crisi attuale si innesta su queste debolezze storiche, aggravata da una congiuntura economica globale profondamente sfavorevole per l'intero settore delle biciclette post-pandemia.
L'azienda ha annunciato un piano di ristrutturazione che prevede il taglio di circa 120 dipendenti su 300, una riduzione di organico pari al 40%, necessaria per un "riequilibrio dei costi" in un momento di calo drastico degli ordini.
I Vuoti Strategici per il Futuro
Il dato più preoccupante riguarda le prospettive di rilancio. Nonostante i tentativi di penetrazione nel segmento Gravel (con il gruppo Ekar), ad oggi, Campagnolo sembra non avere progetti in corso per tre aree cruciali che rappresentano il volume e il futuro del mercato:
Gruppi MTB: Assenza di piani per tornare nel settore fuoristrada.
Gruppi Entry-Level Strada: Nessun ritorno previsto sui gruppi stradali di volume (come Veloce o Centaur).
Gruppi E-Bike: Mancanza di un motore o di una trasmissione dedicata per le biciclette a pedalata assistita.
Questa mancanza di diversificazione produttiva, se mantenuta, rende l'azienda estremamente vulnerabile alle fluttuazioni del piccolo segmento premium della bici da corsa.
Il Rischio Finanziario: Fine di un'Era?
Il punto cruciale della crisi non è più solo strategico, ma finanziario. A fronte dei problemi di liquidità, l'azienda si trova ad affrontare un forte indebitamento.
Il supporto finanziario ottenuto da banche e partner (come il recente finanziamento da 10 milioni di euro con Cherry Bank per sostenere il piano industriale) è vitale. Tuttavia, se questo debito non sarà bilanciato da un rapido e consistente ritorno all'utile aziendale, il futuro di Campagnolo potrebbe subire un drammatico epilogo.
Lo scenario più temuto, se il risanamento fallisse, è la cessione dell'azienda. La perdita di controllo da parte della famiglia Campagnolo, che da sempre ne guida le sorti, segnerebbe la fine non solo di un marchio, ma di un'epoca intera per il Made in Italy nel ciclismo.
Campagnolo ha dimostrato in passato una straordinaria resilienza, ma l'accumulo di ritardi strategici (MTB, E-Bike, volume) e la gravità della congiuntura finanziaria rendono la crisi attuale non solo profonda, ma potenzialmente irreversibile. La strada per il rilancio è strettissima e in salita.